notizie immobiliari
presente e futuro del mercato immobiliare
Il combinato della flessione dei prezzi e delle compravendite riduce il valore complessivo delle operazioni nel 2009 di 24 miliardi di Euro rispetto al 2008 e di altri 21 rispetto al 2007 con un calo percentuale totale nel biennio di circa il 30%. Se al prosciugamento del mercato immobiliare si aggiunge la riduzione degli investimenti in costruzioni, che nella recente valutazione dell’Eurostat dovrebbero calare addirittura del 13%, se ne ricava un quadro di un settore duramente colpito.
In effetti, molti segnali sembrerebbero indicare che il mercato immobiliare stia migliorando. Lo dicono
soprattutto le previsioni degli operatori che appaiono meno pessimistiche che in passato; essi sono
maggiormente fiduciosi sul ritorno della domanda che progressivamente sembra riprendere, analogamente a quanto sta avvenendo a livello dell’intera economia, così che prezzi, compravendite e locazioni sono valutati in condizione meno critica rispetto al giugno di quest’anno.
E’ soprattutto nelle aspettative sull’evoluzione del mercato residenziale che si legge il segno del miglioramento: pur non potendo essere definite ottimistiche, appaiono mutate in meglio rispetto a sei mesi addietro.
E’ comunque ancora presto poter sostenere che la correzione al ribasso dei prezzi stia esaurendosi, ma è un dato di fatto che, mentre il semestre precedente sembrava dominato dal senso di una preoccupante tendenza al peggioramento, questo sembrerebbe diversamente intonato.
Vero è che non si legge un miglioramento del mercato in parametri classici, come il divario fra prezzo di offerta e di domanda, che continua a salire e che arriva a punte record nell’ordine del 13%, o nei tempi di vendita e locazione, che continuano ad allungarsi (con l’eccezione dei tempi di locazione delle abitazioni), superando ampiamente i 6 mesi in tutti i comparti.
Le previsioni: la situazione congiunturale del mercato è dunque ancora piuttosto complessa ed incerta, così come lo è il quadro macroeconomico di riferimento. In ogni caso tutti i dati convergono nel rendere una situazione in cui il punto più basso della recessione sarebbe stato toccato nel marzo aprile di quest’anno e da allora i segnali di recupero si sono intensificati.
Fonte: Attico
Restano, però, sul tappeto italiano temi di criticità come la fragilità del sistema finanziario, l’insufficiente espansione del credito, l’entità del debito pubblico, l’aumento della disoccupazione o l’inadeguato aumento della produttività, ma anche indicatori promettenti come la ripresa della crescita del PIL, della produzione e della domanda.
Alla luce di questa generale incertezza, risulta sempre più difficile formulare previsioni che in ogni caso
sono orientate ad una ulteriore riduzione dei prezzi in misura del ‐1/‐2% nel 2010, per poi tornare in
terreno positivo solo nel 2011, con transazioni che potranno riavviarsi significativamente nel prossimo anno solo alla luce di un incremento delle erogazioni di mutui alle famiglie da parte del mondo del credito.
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