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martedì 24 novembre 2009

La casa ecologica ha bisogno di incentivi e dell’eco-prestito

Si parla tanto di risparmio energetico e di riqualificazione eco-sostenibile delle case e degli edifici in genere, ma l’Italia continua a presentare continui paradossi: nell’ambito della discussione della legge finanziaria, infatti, è stata messa in dubbio la proroga della detraibilità del 55% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica. Tanto che Rossella Giavarini, Presidente di Confindustria-Finco (la federazione che rappresenta le industrie, i sistemi e gli impianti per le costruzioni e le manutenzioni edili e stradali) si è rivolta con una lettera ai ministri Tremonti, Scajola e Prestigiacomo per proporre due soluzioni concrete al problema: la prima, fondamentale, riguardante la necessità di prorogare o, meglio, stabilizzare il bonus del 55% e la seconda riguardante l’ipotesi di introduzione di un «Eco-Prestito».


Considerato il fatto che il patrimonio abitativo italiano contribuisce per oltre il 35% alle emissioni di anidride carbonica nazionale, infatti, Finco sottolinea l’assoluta necessità di prevedere una proroga della misura del 55% di detrazione. «E’ indispensabile che tale misura venga prorogata per il triennio 2011-2013, se non addirittura resa stabile» ha dichiarato Giavarini che ha proposto anche un progetto per l’incentivazione dell’efficienza energetica nelle abitazioni private.

In pratica si tratta di consentire l’accesso a prestiti agevolati a tasso zero per 10 anni fino ad un massimo di 30.000 euro per ciascun beneficiario. «Per accedere a questi eco-prestiti occorrerebbe certificare di aver effettuato almeno due interventi che vanno dall’ incremento dell’efficienza energetica delle coperture e delle pavimentazioni a quello dei muri perimetrali e delle finestre, porte esterne e schermature solari, all’installazione di apparecchiature e sistemi per riscaldamento e produzione di energia elettrica ed acqua calda utilizzanti fonti rinnovabili o assimilate» spiega Giavarini convinta che la misura concorrerebbe all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica del patrimonio costruito e potrebbe essere finanziata in parte dalle Fondazioni bancarie o soprattutto dalla Cassa Depositi e Prestiti. L’Eco-Prestito potrebbe essere rimborsato in dieci anni, ma i lavori dovrebbero iniziare entro il 2010 e terminare al massimo entro l’anno successivo. Il prestito potrebbe essere riscosso in due tranche ad inizio e fine lavori, in modo da incentivare l’effettiva realizzazione degli interventi, generando, oltre che un incremento di tutte le attività imprenditoriali connesse, anche un aumento occupazionale con un chiaro ed immediato effetto anticiclico, utile per superare l’attuale congiuntura e favorire la ripresa.
Fonte: casa.it

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